FAMIGLIA UMAGHESE

Nel ricordo della nostra storia, con la forza della nostra cultura, per costruire il nostro futuro.

In the memory of our history, with the strength of our culture, to build our future.

Per rafforzare il contatto con tutti gli Umaghesi nel mondo: questo è il sito internet ufficiale della Famiglia Umaghese.

To strengthen the contact with all the Umaghesi in the world: this is the official website of the Famiglia Umaghese.

                             email umagoviva@yahoo.it

 

https://www.facebook.com/famigliaumaghese/

I video della Famiglia Umaghese sul canale YouTube             (per vederli sul sito attivare i link funzionali).

                                        Click sulla Foto

FAMIGLIA UMAGHESE

Via Silvio Pellico 2 - 34122 Trieste

Tel +39 040 636098

Fax +39 040 636206

 

Umago Viva 150 - editoriale della Presidente Chiara Vigini

Fra Soci e Santi

 

Almeno tre manifestazioni hanno scandito questi mesi di primavera, per noi Umaghesi: l'Assemblea generale dei soci, che si è tenuta il 20 aprile scorso, il primo pellegrinaggio degli Umaghesi nell'Istria interna, nei dintorni di Cava Cise e nei luoghi tristemente noti per la memoria degli infoibati, e infine la festa di san Pellegrino, amato patrono della nostra città. Sono stati avvenimenti ma anche occasioni che abbiamo avuto – e molti di noi ne hanno approfittato – per ritrovarci insieme. Se anche alcuni avrebbero voluto, ma non hanno potuto essere fisicamente presenti in quelle circostanze, però hanno saputo della riunione e del viaggio e della celebrazione, e hanno potuto partecipare almeno in spirito: anche questo è “fare famiglia”.

 

Dei primi due avvenimenti leggerete e apprezzerete i servizi fotografici nelle pagine interne; anche il terzo avrà le sue belle foto e un cenno, perché si è svolto a ridosso dall'uscita di questo nostro periodico, ma mi piace parlarne brevemente anche qui, perché si è tenuto, come ogni anno del resto, in due luoghi a me particolarmente cari: l'altare degli Esuli a Monte Grisa e a Campo Romano, a Opicina.

 

Negli anni settanta il Tempio mariano era stato eretto da poco e all'interno era quasi del tutto spoglio, ma uno dei primi altari, credo, ad essere sistemato, è stato proprio quello degli Esuli istriani, a sinistra dell'entrata bassa, dove ancora si trova. Per un periodo la zona dev'essere stata racchiusa entro pareti semitrasparenti di plexiglass, mi pare di ricordare, forse mentre l'interno del santuario non era ancora del tutto e precisamente progettato. O forse c'erano intorno impalcature? Non so, le mie memorie da bambina sono un po' vaghe, ma mi pareva una cappelletta raccolta, all'interno dell'enorme edificio vuoto, in cui si celebrava la messa la domenica mattina, prima di partire per le gite, o la sera, di ritorno dalle scampagnate: di ritorno dall'Istria, di fatto. Era un luogo speciale, isolato pur essendo in mezzo a una chiesa, in cui riecheggiavano misteriosamente i suoni delle preghiere. Così me lo rivivo ancora, ogni volta che ci vado, e così l'ho rivissuto anche questa volta, sebbene l'ambiente sia oggi molto diverso e l'eco non sia proprio più quella. Sabato 25 maggio ci siamo recati lì in processione interna al santuario, per recitare la preghiera a San Pellegrino, dopo aver partecipato alla Messa nella chiesa superiore. È stato un bel pregare!

 

Quanto a Campo Romano, dove ci eravamo recati in precedenza per un omaggio floreale e la preghiera, sempre davanti alla statua del santo Patrono, è un luogo che mi fa allegria, una particolare simpatia, perché ricordo mia nonna Maria alloggiata lì, con nonno Mario e zia Graziella e zio Antonio, nei primi anni dopo che erano venuti “di qua”, fino ai primi anni sessanta, credo, e avevano trovato posto in casupole (forse baracche o prefabbricati, non ricordo), finché non hanno abitato nell'appartamentino a Borgo San Nazario. Immagino che per loro non fosse per niente allegro, ma per me sì: la compagnia della nonna e l'ambiente aperto, di campagna, mi piacevano molto.

 

E dunque eravamo anche a Campo Romano, a rendere omaggio a San Pellegrino. Un nome, un programma: pellegrino è chi va nel mondo avendo nel petto l'amore per una patria che è allo stesso tempo perduta e ritrovata, sempre desiderata e ricordata.

 

“Pellegrino” è chi va, sapendo cosa lascia e cosa vuole, ma non quello che troverà. Così anche i nostri esuli, che hanno finito per trovare in esilio, in massima parte, quella vita laboriosa e attiva che sono stati capaci di ricostruirsi. Ha ragione padre Moro, che ci ha assistito durante le celebrazioni: abbiamo buon diritto e vantaggio a invocare San Pellegrino, e a imparare da lui ad andare e a restare, sempre di buon animo.

 

Il nostro pellegrinaggio a Monte Grisa è stato occasione anche per rinsaldare il legame fra generazioni. Infatti abbiamo visto con molto piacere l'arrivo dei nostri umaghesi più anziani, chi arrancando, chi sulle ruote, accompagnati da figli e nipoti che si sono prestati volentieri a mettere tempo e forze a loro disposizione perché non mancassero a questo appuntamento così pieno di significato, per loro e per noi. Grazie a chi si è fatto portare e grazie molte a chi li ha portati!

 

E a tutti voi che siete arrivati fin qui: buona lettura e buona estate!

 

Chiara Vigini

 

Umago Viva 149 - marzo 2024

L'editoriale della Presidente Chiara Vigini

Una nuova stagione

 

Ed è tornata la primavera, col suo carico di luce e di colori, con i suoi acquazzoni e con le sue riflessioni, scaturite da un febbraio segnato sempre più dal ricordo e dal rinnovarsi di antichi dolori, particolarmente in quest'anno. Ma è primavera e, lasciato il buio inverno alle spalle, siamo incuriositi dal futuro, cerchiamo di scorgere quello che sta germogliando, vediamo quello che già verdeggia e, prima che venga sovrastato dalla crescita repentina delle fronde estive, distinguiamo bene anche che cosa invece è ramo secco e andrebbe tagliato e buttato senza rimpianti per fare spazio e dare vigore al nuovo.

 

Il ventennale della legge che ha istituzionalizzato e – si direbbe – visualizzato e resa manifesta la nostra storia al resto del Paese, a chi è lontano dalla Venezia Giulia, è celebrato con grande risonanza locale e nazionale: tante voci autorevoli ne hanno parlato e alcuni ne parlano, ancora, di questo 10 Febbraio. Sentiamo tutte queste voci intorno a noi, ma faremo un discernimento e poi ascolteremo e daremo seguito a quelle che meritano: quelle che hanno alzato i toni le abbiamo eliminate subito, così come quelle che parlano solo di passato e quelle che recriminano e rimpiangono. Teniamo in buon conto le voci del rispetto e della verità, le voci della pace, necessaria dovunque.

 

Anche l'Unione degli Istriani, associazione a cui facciamo riferimento, ha fatto un discernimento, nel breve chiarore delle lunghe giornate invernali, e ha dato inizio “col botto” del logo ai festeggiamenti dei 70 anni dalla sua fondazione. Poco prima aveva scelto di dare spazio, nel rinnovato statuto, alle “sezioni” piuttosto che alle antiche “famiglie” fondatrici del sodalizio nei primi anni '50: una scelta giudicata da alcuni un po' repentina, da altri storicamente dolorosa, ma dalla maggioranza, evidentemente, necessaria per i tempi nuovi che viviamo. E sia! All'“Associazione Famiglia Umaghese” è dato di mantenere la piena autonomia, ma anche il nome, la sede, il voto per chi è socio dell'Unione. È primavera: se son rose, fioriranno. E lo speriamo.

 

Vediamo ancora altri germogli: le scuole – di cui parliamo ampiamente nelle pagine interne di questo giornale – hanno sussulti di vivacità inaspettati: sia per merito di studenti e nonni-esuli solerti narratori, sia per merito di insegnanti-nipoti di esuli fantasiosi e meritevoli. Questo vogliamo e questo abbiamo già in parte ottenuto: che la nostra storia sia storia d'Italia, storia di tutti, dal Trentino alla Sicilia, dalla Liguria alla Venezia Giulia.

 

Mentre vi scrivo, la radio mi informa che esattamente quattro anni fa iniziava la pandemia: una tragedia per molti, da affrontare allora, ma da superare, ora, parlandone. Dopo il Covid, infatti, abbiamo capito bene che gli psicologi non servono solo ai “matti”, ma a chiunque debba superare una tragedia, un trauma. Abbiamo capito che la parola – e l'ascolto – sono di per sé una terapia.

 

Di pari passo stiamo capendo che i nipoti degli esuli giuliani spesso sono in grado di ascoltare con il giusto coinvolgimento e la giusta distanza anche vissuti molto pesanti, se raccontati con l'affetto di anziani – non sempre nonni – e vediamo che sanno dare loro il giusto peso e il giusto spazio.

 

Mi spiego così l'emergere, a scuola, della terza e quarta generazione dall'esodo e la rarefazione della mia – la seconda –, che ha vissuto silenziosamente le tragedie, troppo vicine, seppur non personali, che spesso ha dovuto rimuovere come se fossero proprie.

 

Forse è proprio per questo che ben pochi insegnanti della mia generazione parlano dell'esodo e delle foibe fra i banchi, mentre i più giovani non si fanno pregare per agire da protagonisti – illustri protagonisti, come vedremo nelle pagine interne – nel raccontare le esperienze ascoltate dalla bocca di chi le ha dolorosamente vissute. Sono curiosi di capire le dinamiche della storia della frontiera orientale d'Italia inserita in quella nazionale e sembrano molto attenti e ricettivi ai racconti. Pure chi non c'entra niente con il nostro esodo ci trova spesso una parte di sé, in questo contesto planetario in cui siamo immersi tutti, e tanto più le nuove generazioni.

 

Anche questo è un germoglio, una cosa nuova: gli esuli finiscono e i ricordi più traumatici muoiono con loro: lo possono fare, perché chi viene dopo non li nega, non li sotterra, ma nemmeno ne resta vittima e – ecco l'augurio, anche pasquale! – vede lucidamente che il passato doloroso serve e orienta al bene la vita di oggi. È così grande il compito e la responsabilità di chi vive o è vissuto nella nostra terra.

 

Chiara Vigini

 

Il "Giorno del Ricordo" 2024.

 

Nel prossimo numero di Umago Viva 149, in corso di preparazione, potrete leggere le notizie sulla partecipazione della Famiglia Umaghese a questi eventi: alla Foiba di Basovizza, al monumento delle "cinque ruote" a Rabuiese e al valico di Cerei in Comune di Muggia, in Piazza Libertà a Trieste davanti alla grande lapide che ricorda l'Esodo e in Stazione Ferroviaria al "Treno del Ricordo", a Monfalcone per la posa della targa a ricordo delle vittime fra l'1 maggio e il 12 giugno 1945, a Umago nel Cimitero di San Damiano.

La sintesi dei principali momenti è raccolta in questo video...

 

 

L'editoriale di Chiara Vigini pubblicato su Umago Viva 148 di dicembre.

Al giornale è allegato il Calendario 2024 della Famiglia Umaghese, "Umago, terra e mare". Porta nelle vostre case la storia e i colori della nostra terra, assieme ai nostri fervidi auguri di buon Natale e buon anno nuovo!

C’è ancora tempo per Umago

 

Quasi un anno fa il primo appello della Presidente Mariella Manzutto mi aveva inquietato. Più di settanta anni prima, mia madre, seduta sul largo davanzale in pietra della Torre dei Meneghei, sulla riva della Muiela, aveva deciso di partire e si era portata dietro una “Umago viva” di cui aveva sempre parlato, in famiglia, nei termini entusiastici di una ragazza di diciannove anni. Questo io ho recepito: mare scintillante o in tempesta, pesce di tutti i generi, cine con le amiche – trascinandosi dietro il fratello minore col cuscino -, fabbrica de sardine, tuffi a ficon... e mi fermo. Davanti all’appello di Mariella, che chiedeva di occuparsi della Famiglia Umaghese attivamente, e non più solo leggendo questo giornale, ho fatto un rapido autoesame: voglia? Tanta. Forze? Parecchie. Tempo? Scarso. Ma il tempo, si sa, non ci appartiene, si tratta solo di usarlo, finché c’è. Ho aspettato ancora un po’, mi sono consultata con le figlie (“Ma ovvio che devi!”, è stata la risposta) ed eccomi qua, timorosa ma disponibile.

 

A farmi superare il timore ci sono state varie constatazioni e motivazioni. La prima è operativa: il “vecchio” Direttivo è ben avviato e disposto a camminare insieme al “nuovo” e, per quanto gli servano formalmente presenze nuove, funziona benissimo. Alla Presidente e a tutti i componenti va la mia profonda gratitudine per il lungo e fruttuoso cammino svolto egregiamente fin qui e per quanto vorranno ancora contribuire a percorrere.

 

La seconda è programmatica: siamo in quattro, nel nuovo Direttivo, e ci aiuteremo: già lo stiamo facendo, venendoci incontro gli uni agli altri.

 

La terza, storica, è che il patrimonio di Umago, patrimonio culturale, documentale e memorialistico è fra quelli che merita valorizzare e incrementare, non sperperare. Pertanto va trafficato per moltiplicarlo. I moderni mezzi tecnologici e informatici amplificano le possibilità di farlo con più profonde ricerche e più sicura archiviazione, più facili contatti e più proficue relazioni.

 

La quarta – ma è stata d’istinto il mio pensiero immediato – è una motivazione umana: finché ce ne sono, vorrei che gli esuli umaghesi abbiano ancora un luogo – e la gratitudine va ora all’Unione degli Istriani che continua ad includere ed accogliere, nonostante novità forse impegnative di cui sentiremo –, un posto nel quale stare e parlare, ritrovarsi, ricordare, condividere, progettare, con quella cadenza umaghese cantilenante che riecheggia nelle calli di Venezia e col coraggio che è proprio degli esuli umaghesi. C’è ancora tempo.

 

Nessuno strappo, dunque, nessun salto. Mi sento di dare fiducia alle terze e quarte generazioni dall’esodo, che già si erano affacciate attivamente alla nostra Famiglia Umaghese e hanno poi dovuto defilarsi: forse non era ancora il momento, forse era un precorrere i tempi, ed è stato un po’ comodo per la mia generazione, che deve invece prendere il testimone e fare il suo pezzetto di strada responsabilmente. Aspettiamo i più giovani con speranza e restiamo convinti che alle volte bisogna aver vissuto un po’ di più per sapere cosa merita tenere e cosa lasciar andare, quali voci dal passato ascoltare e da quali farsi guidare, perché ci indicano la direzione giusta. Per loro, per le nuove generazioni, ci sarà sempre spazio per iniziative, riunioni, interventi accanto a noi o autonomamente. Basta farcelo sapere.

 

Nelle nuove generazioni di Umaghesi includiamo anche quella che, come la mia, non ha potuto o dovuto scegliere dove stare. Si gode quotidianamente la vita in Istria ma ha pagato, e paga, diversi e vari prezzi. A loro va il nostro pensiero e qualche abbozzo di progetto insieme. “I se parla”, si diceva dei fidanzatini; era già una mezza promessa e lo stesso è di noi, Famiglia e Comunità.

 

La nostra cittadina non è certo la più grande, la più bella, la più antica … È una delle cittadine della costa istriana, ben inserita nel mondo sociale e culturale formatosi nei millenni anche per successive sovrapposizioni e innesti di popoli. Non “la più”, dunque, ma quella a cui io personalmente sono più legata, insieme al paesino del momianese che ha dato i natali a mio padre. Mi propongo dunque – ci proponiamo, con questo nuovo Direttivo – non un amarcord, non ricordi struggenti, ma crescere nell’affetto per un luogo caro al cuore, e poi il mantenimento e il rafforzamento di quei grandi valori di accoglienza, libertà, laboriosità e imprenditorialità, italianità e religiosità. E qui ho da aggiungere – perché mi sovviene quello che mi hanno raccontato di  don Bartolomeo Grosso – : religiosità evangelica, quella che va incontro all’altro e lo tratta da fratello, chiunque esso sia.

 

Questi valori ho respirato. I valori si chiamano così perché “valgono”: per gli anni trenta, quando mia mamma nasceva; per gli anni cinquanta, quando per poterli mantenere andava via; per i secoli passati, in cui Umago si è formata, e per oggi. Questi valori umaghesi (e istriani, fiumani e dalmati) siano un faro che si vede da lontano, come quello di Salvore che insegno ai miei studenti a riconoscere sul mare, quando vanno a Barcola o a Grado la sera, a passeggio con la morosa: l’Istria è qua, vicina. Umago è viva.

 

Quando leggerete queste righe, cari Umaghesi, Natale sarà alle porte. Vi giunga da me personalmente, da Andrea Balanza, vicepresidente, da Andrea Franco e da Paolo Stefani, consiglieri, dalla “vecchia guardia” e dalla Redazione tutta di “Umago Viva” i migliori auguri di buone festività: sia concesso a tutti il dono della Pace.

Chiara Vigini

Neoeletta Presidente della Famiglia Umaghese




L'ARCHIVIO FOTOGRAFICO DELLA FAMIGLIA UMAGHESE

L'archivio fotografico della #FamigliaUmaghese è fonte preziosa per perpetuare nel tempo il ricordo di Umago, prima dell'esodo. Case, strade, mare, campi, chiese, visi delle gente, bambini, giovani, vecchi, ... nulla va perduto. Valori che conserviamo, uniti idealmente - anche se sparsi in ogni angolo del mondo - nell'Associazione che dagli anni '50 ci rappresenta. I giovani di oggi, figli e nipoti degli esuli dal Comune di #Umago d'Istria, possono ritrovare in questo piccolo video le atmosfere indimenticabili della terra dei loro padri e nonni. A questi giovani, in particolare, l'invito a diffondere queste immagini.

VI INVITIAMO A RICERCARE LE VECCHIE IMMAGINI,

PREZIOSE PER LA STORIA DELLA NOSTRA TERRA.

PORTATELE NELLA NOSTRA SEGRETERIA,

LE RACCOGLIEREMO IN FORMATO DIGITALE.

 

The photo archive of the #FamigliaUmaghese is a precious source to perpetuate the memory of Umago over time, before the exodus. Houses, roads, sea, fields, churches, people's faces, children, young people, old people ... nothing is lost. Values that we preserve, ideally united - even if scattered in every corner of the world - in the Association that has represented us since the 1950s. Today's young people, children and grandchildren of exiles from the Municipality of #Umago d'Istria, can find in this small video the unforgettable atmospheres of the land of their fathers and grandparents. To these young people, in particular, the invitation to spread these images.

 

Il modulo per diventare soci della Famiglia Umaghese.
MODULO ADESIONE FAMIGLIA UMAGHESE.pdf
Documento Adobe Acrobat 545.8 KB

Per facilitare il versamento in c/c postale,

è disponibile il bollettino già intestato alla Famiglia Umaghese.

bollettino versamento cc postale F.U..pd
Documento Adobe Acrobat 466.7 KB




 

COMPONENTI

DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

- cariche sociali aggiornate al 14 ottobre 2023 -

 

Chiara Vigini - Presidente
Andrea Balanza - Vice Presidente
Andrea Franco

Paolo Stefani

 

 

 

FAMIGLIA UMAGHESE

 

Casa Madre

degli Istriani

Fiumani Dalmati

in Esilio


c/o Unione degli Istriani
V. Silvio Pellico, 2
34122 - Trieste

Telefono:

+39 040 636098
Fax:

+39 040 636206

 

email

umagoviva@yahoo.it